Training

Selbstverteidigung mit Roberto Bertolani

Am 9. Februar ist Roberto Bertolani, der Trainer des “Wadokan Karate Bruneck“, nach Mühlbach gekommen, um aus seinem reichen Schatz an Selbstverteidigungstechniken und –strategien den Mitglieder des „Karate Mühlbach“ einiges an Basiswissen weiterzugeben.

 

Eine Zusammenfassung all dessen, was er gezeigt und gelehrt hat, soll hier folgen:

L’argomento “difesa personale” è un tema piuttosto complicato da trattare, poiché coinvolge vari aspetti della personalità di colui che vuole o è costretto a difendersi. Non basta infatti la conoscenza tecnica che deve essere più che buona, ma subentrano anche aspetti psicologici, emotivi e legali che vanno tenuti nella dovuta considerazione.

L’autodifesa si può suddividere grosso modo in tre fasi o modalità ognuna delle quali è contrassegnata da specifiche  tecniche e strategie. Nella prima fase l’aggredito metterà in atto delle tecniche e delle strategie che gli consentano di svincolarsi o liberarsi da un tentativo di aggressione e darsi alla fuga, se possibile, per cercare aiuto. In questa prima modalità l’aggredito dovrà solo manifestare la necessaria calma per eseguire dei movimenti di svincolo per liberarsi da una presa al collo, alle braccia o al corpo. Le tecniche usate saranno quindi alcune torsioni degli arti e del corpo, con l’aggiunta di possibili leve articolari, senza l’intenzione di offendere l’aggressore, ma con l’obiettivo primario di liberarsi e fuggire. Tali tecniche si possono apprendere in un arco di tempo relativamente breve.

La seconda fase prevede invece una difesa efficace della propria persona ed un offesa altrettanto efficace dell’aggressore. Ovviamente viene richiesto un livello superiore di conoscenza tecnica, l’automatismo di azione-reazione, il controllo emotivo e mentale e la determinazione ad offendere. Tutti requisiti che per essere padroneggiati richiedono un certo tempo. In questa fase verranno usate le più svariate tecniche e strategie valutate attentamente secondo la persona che aggredisce, il tipo e la modalità dell’aggressione. Bisognerà inoltre valutare con molta attenzione le conseguenze legali che potrebbero insorgere se l’aggressore o gli aggressori avessero la faccia tosta di sporgere denuncia dopo che ci siamo difesi. Sembra paradossale, ma dobbiamo cercare di fare meno male possibile all’aggressore, poiché la legge italiana, ma penso anche quella europea ed internazionale parla chiaro: “La reazione non deve essere superiore all’azione”, Cioè, se uno mi dice che sono uno scemo, non posso tirargli un pugno in faccia, altrimenti rischio una denuncia e il fatto che pratichiamo arti marziali è un’aggravante.

Veniamo alla terza fase. Qui sono in grado di valutare esattamente la situazione ed il livello di pericolo, possiedo una conoscenza tecnica solida  e varia che mi dà fiducia, ho sviluppato vari automatismi, so controllare la mente e le mie emozioni .e sono giunto ad uno stato di tranquilla determinazione. Posso decidere di prevenire l’aggressione e mettere subito fuori combattimento l’aggressore con rapide, imprevedibili ed efficaci tecniche. Questa modalità è molto utile se gli aggressori sono più di uno e, se affondo un po’ i col  pi e mando qualcuno all’ospedale, almeno avrò l’attenuante che gli avversari erano in molti.

Martin Pezzei

* 26/06/1973